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Rudyard Kipling

Rudyard Kipling
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Joseph Rudyard Kipling nasce nel 1865 a Bombay, in India, da genitori inglesi. Dal padre, curatore del museo di Lahore ed insegnante di Scultura Architettonica, il futuro scrittore erediterà quel discreto talento di disegnatore che avrebbe poi usato per illustrare alcune sue storie. La madre proveniva dall'alta borghesia inglese. La sua infanzia fu sommariamente infelice. I genitori lo affidano ben presto alle cure di una nutrice indigena, dalla quale il fanciullo apprende innumerevoli racconti e leggende indiani popolati da animali fantastici e suggestioni misteriose, e acquisirà la sua ben nota avversione per la mentalità monoteista giudeo-cristiana.
A sei anni è mandato, con la sorella, a studiare in Inghilterra presso scuole di rigida tradizione puritana, affinché avesse una «corretta educazione inglese». Viene così affidato ad una coppia di Southsea, un Comandante di Marina in pensione e la moglie. Allora si usava così, ma l'essere staccato dai genitori in tenera età apre in Kipling una ferita che non si sarebbe mai più rimarginata: non è quindi un caso se nella sua narrativa si ritrovano spesso storie di bambini abbandonati.
Inoltre, le torture fisiche e mentali inflitte dai due mal scelti tutori, ne compromettono definitivamente la salute e la vista. Le descrizioni strazianti di quei tormenti ci saranno lasciate nel famoso racconto Baa, Baa, Black Sheep (1888) e nel romanzo The Light that Failed (1890), forse la più struggente ma anche la più sconosciuta tra le sue opere.
Dopo un breve interludio coi genitori, nel 1878 entra all'accademia militare United Services di Westward Ho, una delle tante istituzioni britanniche nelle quali si forgiavano i futuri civil servants dell'Impero. Vi conosce tutti i rigori dell'educazione ottocentesca inglese, nella quale l'insegnamento andava di pari passo con le violenze inflitte dagli insegnanti, dagli alunni più anziani, dai coetanei prepotenti. Anche questa esperienza avrà riscontro in un'opera narrativa, Stalky and Co. (1899), descrizione brutale e crudele delle repressioni subite in quegli anni. E' tuttavia proprio il direttore del collegio ad incoraggiare il futuro scrittore verso i primi tentativi letterari.
Nel 1882 torna in India dove diviene redattore del Civil and Military Gazette di Lahore, e pubblica la sua prima collezione di racconti, Plain Tales from the Hills (1888), che riceve subito un successo straordinario. Nei suoi racconti «indiani» - dalle prime raccolte: il già citato Plain Tales from the Hills, The Phantom 'Rickshaw and Other Eerie Tales (1888), Soldiers Three (1888), In Black and White (1888) e Under the Deodars (1889), alle più tarde Many Inventions (1893) e The Day's Work (1898) - l'India è molto di più di un ambiente reale o di un riflesso di una situazione storica oggettiva. Di volta in volta essa si fa infatti tramite per una dislocazione in un altro tempo, o in un mito, assumendo così una ben precisa funzione ideologica. Così è anche nel romanzo Kim (1901), dove la visione indiana della vita si configura come fuga nello spirituale dal Grande Gioco della Politica e dello spionaggio occidentale, mentre nei due Jungle Books (1894 e 1895) - certamente la sua opera più nota e di maggior successo - la Natura selvaggia viene addomesticata proiettandovi all'interno le leggi e le regole sociali della cultura vittoriana, e gli animali, coi loro difetti e le loro virtù, diventano campioni di Umanità. Ma i due Jungle Books - si è detto - sono anche libri «educativi»: la Legge del Branco che ne sta alla base, configura infatti un primo elementare concetto di organizzazione della società e getta le fondamentali regole di convivenza tra gli individui. Da queste idee sarebbe poi nata, ad opera di un lettore entusiasta di Kipling - il Generale lord Baden-Powell - l'organizzazione internazionale dei boy-scouts.
La pubblicazione, nel 1892, della raccolta di liriche Barrack-Room Ballads, aggiunge la fama di poeta a quella di narratore, e la popolarità di Kipling diviene enorme: sarà uno degli autori più pagati della sua epoca, letto come nessun altro, ascoltato e venerato come un oracolo!
Lo stesso anno sposa Caroline Starr Balestrier, di origine americana. E in America - nel Vermont, presso la famiglia della moglie - l'autore
vivrà fino al 1896. Nel 1899, allo scoppio della Guerra Anglo-Boera, parte per il SudAfrica come corrispondente. Esalta allora nei versi e nei racconti di questo periodo - pubblicati in Five Nations (1903) - la Politica d'espansione imperialistica inglese.
Nel 1902 compra una tenuta nel Sussex, e si stabilisce definitivamente in Inghilterra. Nel 1907 gli viene conferito il premio Nobel per la Letteratura «per l'opera più segnalata d'indirizzo idealistico». La tragedia della Prima Guerra Mondiale, nella quale perde la vita l'unico figlio maschio dello scrittore, appena diciottenne, e la lunga e sofferente malattia che accompagnerà l'autore fino alla morte, precipitano però Kipling nella sua ultima e più tetra stagione narrativa. I suoi pensieri si colorano allora di amarezza e disillusione, e si caricano di considerazioni pessimistiche sul futuro stesso dell'Umanità. Frutto di questo ripiegamento sono i due ultimi volumi Debits and Credits (1926) e Limits and Renewals (1932), ossessionati dall'idea di decadimento fisico e di morte, e da cui emerge una visione drammatica della società che pare non lasciare alcuna possibilità di speranza e salvezza all'individuo. Furono questi racconti non meno labirintici e angosciosi di quelli di Franz Kafka o di Henry James, ai quali - come riconobbe il critico J.L. Borges - sono però certamente superiori.
Scrive anche opere destinate al grande pubblico - oggi definite superficialmente «per ragazzi» - come Captains Courageous (1897), lettere di viaggio, reportage di guerra, racconti d'animali - in Just So Stories for Little Children (1902) e 2 Re, 12, 9 (1930), e l'autobiografia Something of myself for my Friends Known and Unknown (1937). Muore a Londra nel 1936 e viene sepolto nell'Abbazia di Westminster, fra i Grandi d'Inghilterra. Nel 1894 due città del Michigan venivano battezzate, in suo onore, una «Kipling», l'altra «Rudyard».
Se

Se riesci a conservare il controllo quando tutti intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare, o se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne, o se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio, e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina e trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi o a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante, e piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite e rischiarle in un colpo solo a testa e croce, e perdere e ricominciare di nuovo dal principio e non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi a servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, e a tener duro quando in te non resta altro tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù, e a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!

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